giovedì 3 settembre 2009

IL MUSEO DELLA SCHIAVITÙ

Tra il 1482 e il 1858 i portoghesi deportarono 4 milioni e 500 mila schiavi dall’Angola, in maggioranza verso il Brasile.
Un museo della schiavitù a Luanda non è proprio “fuori luogo”.
L’ho visitato sabato scorso, è situato in un promontorio all’estremità di una piccola penisola, nell’ex residenza di un commerciante di schiavi lusitano, un certo Álvaro de Andrade.


Appena entro rimango deluso, sembra una galleria di quadri e stampe dell’epoca, con immagini di navi in partenza e folle di gente ai lavori forzati. C’è una palla di ferro da 15 chili, una frusta e un grafico che quantifica l’andamento della tratta durante i secoli. Insomma, niente che non potessi aspettarmi.
Poi però arriva una bella signora, con la figlia, e per ogni reperto, per ogni angolo di questa villa, ha una storia da raccontare. “Me lo diceva mio nonno”, sottolinea a voce alta durante le sue spiegazioni. “Ecco, guardate quel dipinto appoggiato alla parete”.


“Bloccavano le gambe ai neri e pavimentavano le superfici. Sapete perché? Se gli schiavi avessero trovato della terra si sarebbero suicidati mangiandola”.
Indica una porta verde alle mie spalle. Da lì, dice, parte un passaggio scavato nella roccia che scende fino al mare. Álvaro de Andrade ci rinchiudeva gli schiavi in esubero, o quelli troppo deboli, ed aspettava che l’alta marea li annegasse. “Poi parlano di Hitler”, insiste la signora, “ma tutto questo male non glielo ricorda mai nessuno agli europei?”
È doloroso avvertire una colpa “storica”, nel museo ero l’unico bianco insieme a qualche cinese, per un attimo ho pensato pure di dover chiedere scusa.
La signora mi guarda, forse immagina di essere stata troppo dura, non so, e mi prende sotto braccio: “Vieni fuori che ti faccio una foto scema!”


Sì, è un pentolone dove bollivano gli schiavi.

2 commenti:

  1. accendi il fuocoo!!!!!! fai bollire lo schiavo bianco!!!! ahahahah mitico sandro sei un mito!!!

    un abbraccio

    Micio

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  2. micio, che immenso piacere...
    ma che svista per un gran cuoco come te!
    la pentola è senz'acqua...TOSTA lo schiavo bianco tuttalpiù!
    un abbraccio, a presto.

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