…qualche giorno fa ho pagato la mia prima 
gasosa, e te lo voglio raccontare.
O meglio, non la prima, ma la prima VERA 
gasosa.
Tutti qui la chiedono: gli autisti, i vigilanti, i bambini. Sono 200 o 300 Kwanzas, un contributo per mangiare o prendere l’autobus. 
Ok, di queste mini-
gasosas ne ho già date un sacco, anzi, quando esco metto i tagli piccoli in una tasca e quelli grandi (1000, 2000 Kw) nell’altra, così se mi fermano so dove pescare. La domenica poi, che sto tutto il giorno in giro, indosso i pantaloni multi-tasca e in ciascuna sacca infilo una 
gasosa, e via. 
Ce ne è per almeno 4 o 5 questuanti, e se le finisco faccio la ricarica.
Però ti dicevo, caro Diario Angolano, che qualche giorno fa ho pagato la prima VERA 
gasosa, giusto?
Sì, stavo salendo alla 
Fortaleza de São Miguel, una rocca costruita dai portoghesi cinque o seicento anni fa, boh, non bella, però da lassù c’è una vista che incanta.
Ai piedi della salita mi viene incontro un ragazzo coi lineamenti da cinese. “Vai su? È pericoloso? Vengo con te!”
Andiamo. Comincia a parlarmi in portoghese, poi salta allo spagnolo perché dice che è messicano e infine collassa sull’inglese, il suo migliore del mio. 
Si presenta: è Manuel, un ingegnere meccanico di una compagnia petrolifera francese. Slumberg, Stutter, una cosa così.
Anni fa stava con Patrizia, di Pescara, conosciuta a Barcellona mentre lui frequentava un corso professionale di fotografia. E infatti ha una macchina splendida, beato!
Poi la storia è finita, e Manuel ha iniziato a girare il mondo con questi francesi del petrolio.
Per dimenticarla, credo, caro Diario Angolano.
Camminiamo tanto, il messicano è in vena e racconta, e a un tratto ci ritroviamo davanti a uno stadio, sulla scia dei cori. Chiedo ai poliziotti se possiamo entrare, mi perquisiscono e acconsentono. Dentro mi divido da Manuel, io salgo in tribuna a seguire la partita e lui rimane a bordo campo a scattar foto, dopotutto è la sua passione, no?
Bene, però dopo qualche minuto sparisce, e quando rispunta è agitatissimo e mi fa segno di scendere. Ma che succede?
“They capt my camera, Sandro!”
Ma chi? 
La polizia.
Insomma, un agente gli ha sequestrato la macchina perché negli stadi angolani non si possono far fotografie, e per la restituzione chiede 480.000 Kw (450 euro circa) da pagargli “personalmente”. Un’estorsione, un classico dei poliziotti locali, che per una patente sgualcita o una macchia sul parabrezza possono chiederti 5000 Kw di 
gasosa, se sei bianco. 
Parlo col suo capitano per capire se quella cifra è trattabile, e alla fine ci accordiamo: Manuel pagherà 100 dollari e io 2000 Kw.
Ci fanno accostare al muro, aspettano che non li veda nessuno, e ci ordinano di passargli i soldi con le mani nascoste dietro la schiena. 
Appena a Manuel ridanno la macchina ce ne andiamo nella sua residenza a bere una Cristal, per non pensarci più.
Oggi Manuel mi ha scritto, inviandomi due foto. La prima l’ha scattata allo stadio, nella seconda brindiamo con le birre alla nostra 
gasosa.
